domenica 22 settembre 2013

Larghe intese: associazione a .... scassinare la Costituzione


Avanti con le larghe intese 
per scassinare la stanza 138

"... stanno fingendo di governare insieme per cambiare insieme la Costituzione. 
E diventa chiaro perché, proprio adesso, “dobbiamo continuare” (si chiama “stabilità”): interrompere adesso il governo vuol dire – certo per il Pd – perdere tutto: le riforme, stranamente e ostinatamente volute insieme a Berlusconi, a Santanchè, a Cicchitto, a Brunetta, perdere la faccia, perdere la fiducia degli elettori, che non hanno mai chiesto né voluto una riforma della Costituzione (non “con loro”)."


di Furio Colombo 

C’è un equivoco nel messaggio al Paese a reti unificate di Silvio Berlusconi, che ha sentito il bisogno di celebrare in modo estroso la sua condanna definitiva a quattro anni di reclusione, con esclusione dai pubblici uffici, per colossale e ingegnosa frode fiscale.
Non lo dico per antiberlusconismo, di cui pure mi si può sospettare, ma per una necessità professionale di chiarezza. Infatti, l’equivoco ha deviato un poco anche il monito presidenziale, che ha rimproverato equamente due presunte parti in conflitto, senza notare che si trattava di un criminale e dei suoi giudici. Può essere utile ricordare brevemente. 
Il condannato, apparso su tutte le reti, ha definito i giudici impiegati che dovrebbero obbedire e invece gli sono stati gettati contro dai “comunisti” del partito dell’odio. Ma ecco l’equivoco. È evidente che coloro che perseguitano Berlusconi e coloro che vogliono governare con lui, al punto da obbedirgli anche se in apparenza presiedono il governo, non possono essere le stesse persone. Se i giudici fossero politici, lo assolverebbero subito per permettergli di governare insieme ai suoi presunti persecutori. È vero che i famigerati “comunisti” non lo hanno mai politicamente battuto (o meglio, due volte, ma con Prodi in testa). Ora può, proprio lui, dimenticare, benché in tarda età, che proprio i “comunisti” hanno chiuso perentoriamente la bocca a chi stava provando a fare davvero opposizione (i “girotondi”, Sylos Labini, Antonio Tabucchi, L’Unità tra il 2001 e il 2007)? 
Il fatto è che “le grandi intese” con Berlusconi (“da non demonizzare, da non criminalizzare, da non chiamare regime, stando, per favore, alla larga dalla malattia infantile dell’antiberlusconismo”) sono cominciate subito dopo Prodi e continuate sempre, nelle commissioni e in aula, fino a votare insieme leggi come “il pacchetto sicurezza” contro gli immigrati o il trattato di fraterna amicizia perenne con la Libia di Gheddafi. 

MA VI PARE che chi vota insieme alla Lega e poi – all’unanimità (tranne due Pd e i Radicali) per Gheddafi (compreso l’esborso di una immensa cifra da cui ci ha salvato soltanto la loro rivoluzione) manderebbe i giudici a perseguitare Berlusconi? Egli lo dice perché persino lui si rende conto che altrimenti il suo rabbioso lamento apparirebbe (lo è) del tutto privo di senso. 
Ma questo modo di mettere le cose (fingendo, creduto fino in alto, che la condanna sia parte della lotta fra politica e giustizia) lo protegge da una domanda che certo lo infastidisce: nel Paese in cui così tanti e così volentieri gli hanno ceduto e continuano, per prudenza, a cedergli, perché solo i giudici hanno mantenuto il loro impegno costituzionale, e lo fanno persino se sono autorevolmente sgridati? Ammettiamolo, questa domanda per Berlusconi è un tormento, ed è necessario trasformarlo in complotto. Berlusconi ci riesce sulla base di due fattori ignoti in altri luoghi e sistemi politici del mondo. Il primo è che un uomo, che dovrebbe essere già detenuto, parla al Paese. Il secondo è la protezione giornalistica che lo scorta. 
Esempio. il giorno dopo il violentissimo attacco ai giudici che “hanno posto fine alla democrazia”, un importante commentatore politico ha scritto: “Berlusconi ha dato una grande lezione di realismo” (Pierluigi Battista, Corriere della Sera, 19 settembre). Ma sullo stesso giornale, appena un mese dopo la pesante condanna definitiva (15 settembre) lo scrittore e critico Gian Arturo Ferrari aveva anticipato alcuni argomenti che gli sembrava utile fornire agli italiani: “Quella in corso su Berlusconi è semplicemente una guerra, ricompaiono i cappi al collo, le esecuzioni e i relativi plotoni. (...) Ma dietro il fango, lo sfregio, dietro l’indecenza c’è qualcosa di ancora più preoccupante. Il nostro futuro”. Ancora pochi giorni più indietro (12 settembre) il Corriere della Sera aveva pubblicato un editoriale di Michele Ainis in cui troviamo la chiave di tutto. Perché il condannato si vendica sui giudici ma non sui politici, dopo avere detto che la sua condanna è politica? Perché certi politici vogliono a tutti i costi governare con il condannato? Il fatto è che le due parti stringono insieme la chiave della stanza 138, dove hanno depositato qualcosa che è caro a entrambi, Ecco, nelle parole di Ainis, che è un apprezzato giurista, la spiegazione del thriller: “Il finimondo è un numero a tre cifre, 138, agitato come un altolà da quanti si oppongono al disegno di riforma e vedono un grimaldello per forzare la serratura della Costituzione. Sicché è guerra alle regole, tanto per cambiare (notare l'esasperazione, ndr). Infatti l’art. 138 detta le procedure per correggere la Carta.

DOV ’È LA FERITA alla legalità costituzionale? “Un modo per dire che Stefano Rodotà, decine di altri giuristi, certo dello stesso livello e competenza di Ainis, e centinaia di migliaia di cittadini celebri e ignoti che hanno offerto le loro firma per salvare la Costituzione dai lavoretti in comune con il condannato e la sua gente, sono solo dei guastafeste male informati e mal guidati. Anzi, come dice testualmente Ainis con una stupefacente capriola, “sono i conservatori”. Ma in questo modo sappiamo che stanno fingendo di governare insieme per cambiare insieme la Costituzione. E diventa chiaro perché, proprio adesso, “dobbiamo continuare” (si chiama “stabilità”): interrompere adesso il governo vuol dire – certo per il Pd – perdere tutto: le riforme, stranamente e ostinatamente volute insieme a Berlusconi, a Santanchè, a Cicchitto, a Brunetta, perdere la faccia, perdere la fiducia degli elettori, che non hanno mai chiesto né voluto una riforma della Costituzione (non “con loro”). E andare al voto con il Porcellum. Resterà qualche dubbio sulla qualità del gioco politico della presunta opposizione a Berlusconi. E dei giocatori. 

Il Fatto Quotidiano 22.09.2013

sabato 21 settembre 2013

Chi siamo



Cordoglio per Massimo Pallotta, coordinatore del Circolo Liberta e Giustizia di Padova

Apprendiamo ora che Massimo Pallotta, coordinatore del Circolo Giustizia e Libertà di Padova è mancato. Stavamo organizzando assieme l'incontro del prossimo 3 ottobre con la Prof.ssa Carlassare, sua cara amica. 

Ci uniamo al cordoglio di tanti per la perdita.

Difensore da sempre dei valori costituzionali, come riporta G.& L., su una Costituzione da lui edita, scriveva sul frontespizio:

“Costituzione italiana nata dalla Resistenza. Supplica al signor Presidente della Repubblica italiana: signor Presidente ci faccia la grazia di vedere come si vivrebbe in questo Paese se la legge costituzionale fosse fedelmente attuata. Sono sessant’anni che stiamo pazientemente aspettando!”

CI uniamo alla sua supplica.
E cercheremo di far sentire alta la nostra voce.

Prof.ssa Lorenza Carlassare a Padova


martedì 17 settembre 2013

"MI RIVOLTO, DUNQUE SONO"


VOGLIONO ZITTIRE I CITTADINI

                                                                                                       
di Paolo Flores d’Arcais

L’altra mattina, in una trasmissione di Radio3, è toccato sentire uno dei partecipanti, che per professione dovrebbe avere la vocazione a informare, definire bassa manovra demagogica la raccolta di firme che questo giornale ha lanciato in difesa della Costituzione. Siamo ormai dentro un disgustoso mondo alla rovescia, dove la virtù repubblicana diventa colpa inemendabile, mentre i ciclopici vizi della più inetta e corrotta e mediocre e bugiarda e infingarda classe politica d’occidente vengono santificati a baluardo contro la catastrofe, quando ne sono causa e motore.
Perché in una democrazia anche le migliori leggi, le più oculate balances des pouvoirs, la migliore Costituzione, possono essere aggirate dalla prepotenza degli establishment , come la storia ha troppe volte confermato e in Italia stiamo di nuovo sperimentando, e dunque alla fine la tenuta di una democrazia si fonda sull’ethos repubblicano diffuso tra i cittadini. Passione civile, partecipazione, intransigenza sui valori di giustizia e libertà che informano la Costituzione, sono gli ingredienti della Cittadinanza Attiva che, sola, è baluardo di democrazia. Hannah Arendt sosteneva che il grande criminale del XX secolo fosse stato “il buon padre di famiglia” che si era estraniato dalla vita pubblica per curarsi solo del “particulare”, aprendo la strada al totalitarismo nazi-fascista.
Questo giornale ha motivato quasi mezzo milione di cittadini a firmare in difesa della Costituzione, minacciata dalla vera e propria manovra eversiva delle larghe intese per annullare l’articolo 138 (lo hanno scritto fior di giuristi che, tutti, avrebbero meritato il posto vacante della Consulta ignobilmente assegnato da Napolitano ad Amato). Il 12 ottobre l’Italia repubblicana e civile scenderà in piazza a Roma per esigere la “realizzazione” della Costituzione e per chiudere il ventennio nauseabondo del berlusconismo e degli inciuci. Ma tanti che si definiscono “giornalisti” continuano a spurgare ingiurie sui cittadini civilmente impegnati e menzognero giulebbe di servilismo su un governo e un presidente che pretendono intoccabili.
Vogliono che i responsabili della catastrofe di crescente impoverimento, inefficienza, ingiustizie e infine macerie
materiali e morali, cui hanno ridotto il paese dai loro Palazzi e Colli, vengano incensati e santificati. Vogliono che i cittadini tacciano, o si genuflettano belanti. E invece la rivolta morale dei cittadini, con le firme, nel web e nelle piazze, li seppellirà.
Albert Camus dell’etica e del cittadino ha scritto: “Mi rivolto, dunque sono”.


mercoledì 11 settembre 2013




“La via maestra”

il manifesto dell’assemblea per la Costituzione 8 settembre 2013 


Pubblichiamo il documento firmato da Lorenza Carlassare, Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky e presentato a Roma domenica 8 settembre all'assemblea indetta dalle associazioni per la Costituzione.

1. Di fronte alle miserie, alle ambizioni personali e alle rivalità di gruppi spacciate per affari di Stato, invitiamo i cittadini a non farsi distrarre. Li invitiamo a interrogarsi sui grandi problemi della nostra società e a riscoprire la politica e la sua bussola: la Costituzione. La dignità delle persone, la giustizia sociale e la solidarietà verso i deboli e gli emarginati, la legalità e l’abolizione dei privilegi, l’equità nella distribuzione dei pesi e dei sacrifici imposti dalla crisi economica, la speranza di libertà, lavoro e cultura per le giovani generazioni, la giustizia e la democrazia in Europa, la pace: questo sta nella Costituzione. La difesa della Costituzione non è uno stanco richiamo a un testo scritto tanti anni fa. Non è un assurdo atteggiamento conservatore, superato dai tempi. Non abbiamo forse, oggi più che mai, nella vita d’ogni giorno di tante persone, bisogno di dignità, legalità, giustizia, libertà? Non abbiamo bisogno di politica orientata alla Costituzione? Non abbiamo bisogno d’una profonda rigenerazione bonificante nel nome dei principi e della partecipazione democratica ch’essa sancisce?

Invece, si è fatta strada, non per caso e non innocentemente, l’idea che questa Costituzione sia superata; che essa impedisca l’ammodernamento del nostro Paese; che i diritti individuali e collettivi siano un freno allo sviluppo economico; che la solidarietà sia parola vuota; che i drammi e la disperazione di individui e famiglie siano un prezzo inevitabile da pagare; che la partecipazione politica e il Parlamento siano ostacoli; che il governo debba essere solo efficienza della politica economica al servizio degli investitori; che la vera costituzione sia, dunque, un’altra: sia il Diktat dei mercati al quale tutto il resto deve subordinarsi. In una parola: s’è fatta strada l’idea che la democrazia abbia fatto il suo tempo e che si sia ormai in un tempo post-democratico: il tempo della sostituzione del governo della “tecnica” economico-finanziaria al governo della “politica” democratica. Così, si spiegano le “ineludibili riforme” – come sono state definite –, ineludibili per passare da una costituzione all’altra.

La difesa della Costituzione è dunque innanzitutto la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. È un impegno, al tempo stesso, culturale e politico che richiede sia messa in chiaro la natura della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è possibile raggiungere e mobilitare. Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa.

2. Eppure, per quanto si sia fatto per espungerla dal discorso politico ufficiale, nel quale la si evocava solo per la volontà di cambiarla, la Costituzione in questi anni è stata ben viva. Oggi, ci accorgiamo dell’attualità di quell’articolo 1 della Costituzione che pone il lavoro alla base, a fondamento della democrazia: un articolo a lungo svalutato o sbeffeggiato come espressione di vuota ideologia. Oggi, riscopriamo il valore dell’uguaglianza, come esigenza di giustizia e forza di coesione sociale, secondo la proclamazione dell’art. 3 della Costituzione: un articolo a lungo considerato un’anticaglia e sostituito dall’elogio della disuguaglianza e dell’illimitata competizione nella scala sociale. Oggi, la dignità della persona e l’inviolabilità dei suoi diritti fondamentali, proclamate dall’art. 2 della Costituzione, rappresentano la difesa contro la mercificazione della vita degli esseri umani, secondo le “naturali” leggi del mercato. Oggi, il dovere tributario e l’equità fiscale, secondo il criterio della progressività alla partecipazione alle spese pubbliche, proclamato dall’art. 53 della Costituzione, si dimostra essere un caposaldo essenziale d’ogni possibile legame di cittadinanza, dopo tanti anni di tolleranza, se non addirittura di giustificazione ed elogio, dell’evasione fiscale. Ecco, con qualche esempio, che cosa è l’idea di società giusta che la Costituzione ci indica.

Negli ultimi anni, la difesa di diritti essenziali, come quelli alla gestione dei beni comuni, alla garanzia dei diritti sindacali, alla protezione della maternità, all’autodeterminazione delle persone nei momenti critici dell’esistenza, è avvenuta in nome della Costituzione, più nelle aule dei tribunali che in quelle parlamentari; più nelle mobilitazioni popolari che nelle iniziative legislative e di governo. Anzi, possiamo costatare che la Costituzione, quanto più la si è ignorata in alto, tanto più è divenuta punto di riferimento di tante persone, movimenti, associazioni nella società civile. Tra i più giovani, i discorsi di politica suonano sempre più freddi; i discorsi di Costituzione, sempre più caldi, come bene sanno coloro che frequentano le aule scolastiche. Nel nome della Costituzione, ci si accorge che è possibile parlare e intendersi politicamente in un senso più ampio, più elevato e lungimirante di quanto non si faccia abitualmente nel linguaggio della politica d’ogni giorno.

In breve: mentre lo spazio pubblico ufficiale si perdeva in un gioco di potere sempre più insensato e si svuotava di senso costituzionale, ad esso è venuto affiancandosi uno spazio pubblico informale più largo, occupato da forze spontanee. Strade e piazze hanno offerto straordinarie opportunità d’incontro e di riconoscimento reciproco. Devono continuare ad esserlo, perché lì la novità politica ha assunto forza e capacità di comunicazione; lì si sono superati, per qualche momento, l’isolamento e la solitudine; lì si è immaginata una società diversa. Lì, la parola della Costituzione è risuonata del tutto naturalmente.

3. C’è dunque una grande forza politica e civile, latente nella nostra società. La sua caratteristica è stata, finora la sua dispersione in tanti rivoli e momenti che non ha consentito di farsi valere come avrebbe potuto, sulle politiche ufficiali. Si pone oggi con urgenza, tanto maggiore quanto più procede il tentativo di cambiare la Costituzione in senso meramente efficientistico-aziendalistico (il presidenzialismo è la punta dell’iceberg!), l’esigenza di raccogliere, coordinare e potenziare il bisogno e la volontà di Costituzione che sono diffusi, consapevolmente e, spesso, inconsapevolmente, nel nostro Paese, alle prese con la crisi politica ed economica e con la devastazione sociale che ne consegue.

Anche noi abbiamo le nostre “ineludibili riforme”. Ma, sono quelle che servono per attuare la Costituzione, non per cambiarla.

Lorenza Carlassare
Don Luigi Ciotti
Maurizio Landini
Stefano Rodotà
Gustavo Zagrebelsky


venerdì 6 settembre 2013

Inizia lo scempio della Costituzione e inizia la RESISTENZA pacifica a questo GOLPE BIANCO



CAMERA DEI DEPUTATI - XVII LEGISLATURA 
72^ SEDUTA PUBBLICA

Venerdì 6 settembre 2013 - Ore 10,30
 ORDINE DEL GIORNO: 
Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata): S. 813 - Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato). 
Relatori: SISTO, per la maggioranza; FRACCARO E PILOZZI, di minoranza.

Fonte: www.camera.it
Di particolare interessi gli emendamenti presentati all'art. 2 Ddl (specie da 2.1 a 2.13)

Non modifica ma nuova Costituzione occulta
l potere di revisione costituzionale, pure in assenza di qualunque divieto esplicito in tal senso, non è competente a toccare i principi supremi della costituzione e i diritti inviolabili dell'uomo. Occorre distinguere tra la revisione della costituzione esistente e l'instaurazione di una nuova costituzione. Il potere di revisione, in quanto potere costituito, non può mai spingersi fino ad instaurare una nuova costituzione. La costituzione non risulta un semplice aggregato di norme ma è un unicum inscindibile di principi e valori che rilevano come fons et origo della sua Identità. E la revisione, a differenza dell'instaurazione, suppone che la costituzione esistente conservi la sua Identità. Una revisione, quindi, che ne toccasse i principi supremi (sostanziali e formali) sarebbe una instaurazione costituzionale camuffata da revisione.
Pertanto, inammissibile.

Fonti:
Corte Cost. n. 1146 del 1988;
Leopoldo Elia, I Principi Supremi presi sul serio, Giur. Cost. 2009, 03, 2147;
Riccardo Guastini, Teoria e ideologia dell'interpretazione costituzionale, Giur. Cost. 2006, 01, 743.
(Concetto Romeo)

FERMIAMOLI.
E’ necessario dar vita a una RESISTENZA pacifica a questo GOLPE BIANCO che è in atto nel pressoché totale silenzio dell’informazione.
Tutti i cittadini italiani responsabili, al di là delle appartenenze politiche, devono unirsi per impedire questo disegno di annullamento del diritto e della democrazia.
Queste le iniziative che danno il via a questa Resistenza pacifica:

Venerdì 6 SETTEMBRE

Azione Civile organizza flash mob nelle mattine di venerdì in luoghi romani simbolo delle istituzioni e la lettura di articoli della Carta:
11.30 Galleria Sordi / 12 piazza Sant’Eustachio / 12.30 Largo Argentina / 13 piazza Navona / 14 piazza del Popolo

M5S organizza in 500 piazze italiane momenti informativi su quanto sta avvenendo alla Costituzione più bella del mondo.


Sabato 7 SETTEMBRE

Azione Civile organizza flash mob nelle mattine di venerdì in luoghi romani simbolo delle istituzioni e la lettura di articoli della Carta:
h. 11 Piazza dei Cinquecento / 11.30 stazione Termini

M5S organizza in 500 piazze italiane momenti informativi su quanto sta avvenendo alla Costituzione più bella del mondo.

Manifestazione trasversale a Roma in Piazza SS. Apostoli dalle ore 14.

Domenica 8 SETTEMBRE

Assemblea Nazionale a Roma presso il Centro Frentani in via dei Frentani, convocata da Rodotà, Landini, Zagrebelsky, don Ciotti e Carlassare a cui i Comitati VIVA LA COSTITUZIONE hanno aderito fin da subito.
Sarà un momento di confronto trasversale e unitario tra tutti i movimenti e le realtà che si stanno mobilitando a difesa della Carta Costituzionale e uno spazio, come hanno affermato i promotori, dove «persone di buona volontà potranno trovare possibilità di dialogo e consenso sociale».

Sabato 5 OTTOBRE

mercoledì 4 settembre 2013

La Costituzione è giovane!


Marta Lorenzetto, 27 anni, ci scrive:

"...ogni volta che ascolto questo discorso di Calamandrei (quel grande uomo...) non appena sento queste parole mi scende un brivido lungo la schiena e penso a quanto siano state profetiche:

 ”...quando si sente quel senso di asfissia, che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent'anni e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai..e vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai...ricordatevi che sulla libertà bisogna vigilare...vigilare! Dando il proprio contributo alla vita politica. Quindi voi giovani, alla Costituzione, dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere,sentirla come cosa vostra.."

Vi metto il link al discorso che le contiene e che lui fece agli studenti di Milano nel 1955...
Io lo riascolto spesso perché mi piace motivarmi pensando a cosa ci voleva dire chi quella carta ha contribuito a scriverla, al di là delle singole disposizioni giuridiche in essa contenute.
Lo condivido con voi per farci più coraggio!!!
Di immobile e immutabile non c'è niente e anche la Costituzione va sicuramente riempita di nuovi contenuti, ma recuperando quello spirito che rivive in queste parole.."

http://youtu.be/XRTG9duEnww

 Grazie Marta, giovane partigiana della Costituzione. 







domenica 1 settembre 2013

QUESTA SETTIMANA IL TENTATIVO DI SMANTELLAMENTO DELLA CARTA COSTITUZIONALE



Tra il 6 e l'8 settembre saranno discusse in parlamento le cosiddette Riforme Costituzionali 
introdotte in totale mancanza di trasparenza, che puntano ad attaccare l'art. 138 e a rendere la Carta aperta a gravi stravolgimenti in senso presidenzialista e illiberale. 

Come difendere la Costituzione, 
ultima garanzia contro l'arbitrio? 

Sono previste a Roma più iniziative 
nei giorni 6, 7 e 8 settembre 
organizzate da varie forze, unite nella difesa della Costituzione
PARTECIPATE!

Il 6 settembre e la mattina del 7 settembre un Gazebo-Presidio davanti a Montecitorio organizzato da Azione Civile, previsti dei flash mob.

Il 7 di settembre alle ore 14.00 in piazza SS. Apostoli manifestazione promossa dal M5S e altre forze dove ognuno può partecipare, come cittadino indignato che non intende far passare impunemente una delle manovre più scorrette della storia istituzionale.

Il giorno dopo, l'8 settembre è stata convocata da Rodotà, Landini, Zagrebelsky, don Ciotti e Carlassare un'Assemblea Nazionale, a cui i Comitati VIVA LA COSTITUZIONE hanno aderito fin da subito. Sarà un momento di confronto trasversale e unitario tra tutti i movimenti e le realtà che si stanno mobilitando a difesa della Carta Costituzionale.

Questa Assemblea sarà occasione per organizzare una successiva 
grande manifestazione unitaria per il 5 ottobre 2013

Raggiunte le 400 mila firme per l'appello in difesa della Costituzione. Le firme saranno consegnate dopo l'8 settembre al Presidente della Repubblica e ai Presidenti di Camera e Senato.

Chi desidera avere informazioni può contattarci:
vivalacostituzioneveneto@gmail.com